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Complesso di S. Salvatore in Lauro, la storia

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Il complesso di San Salvatore in Lauro è situato in uno dei più caratteristici angoli di Roma, tra Castel S. Angelo e via dei Coronari. La chiesa fu probabilmente costruita su un tempio pagano dedicato alla dea Europa, tutto circondato da piante di alloro, da qui la denominazione “in lauro”. Dell’antico impianto medievale a tre navate ormai non vi è più alcuna traccia, tranne che in alcuni documenti. Nel 1450 il Cardinale Orsini fece restaurare la chiesa a proprie spese, affidandola ai canonici veneziani di San Giorgio in Alga (di questo intervento oggi la chiesa conserva solo l’impianto della navata centrale). Annesso alla chiesa fece costruire un convento di San Giorgio, affidato ai Celestini. Nel 1591 un disastroso incendio distrusse gran parte del complesso rinascimentale lasciando tuttavia intanto il convento. Poco dopo iniziarono a ricostruire la chiesa . Nel 1669 ai canonici di San Giorgio in Alga subentrò il Pio Sodalizio dei Piceni, i quali si premurarono di istituire nella chiesa il culto della Madonna di Loreto, riunendo intorno ad essa la comunità marchigiana a Roma. Primo intervento della Congregazione fu l’ampliamento dell’edificio, con la costruzione del transetto, della cupola e della sacrestia da parte dell’ architetto Ludovico Rusconi Sassi. I Piceni fondarono nei locali del vecchio convento anche un Collegio per studenti marchigiani con corsi di studio universitari, e ancor oggi gesticono il complesso e la chiesa, utilizzando gli ambienti del convento per convegni e conferenze, oltre che per alcuni insediamenti museali, tra i quali il Museo Umberto Mastroianni.