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Chiesa dei SS. Luca e Martina, la storia

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Affacciata su uno slargo aperto sulla via dei Fori Imperiali, all’altezza dell’Arco di Settimio Severo, questa monumentale chiesa è inserita in uno scenario tra i più belli della Roma antica, anche se gli scavi ottocenteschi e la ristrutturazione dell’area archeologica avvenuta negli anni trenta hanno snaturato la sua originale presenza. Fondata da papa Onorio I (625-638) nell’aula del Secretarium Senatus fu dedicata alla martire S. Martina e poi nel 1588 anche a S. Luca. Solo nel 1635 si decise di ricostruire la chiesa e Pietro da Cortona seguì ogni fase della realizzazione di questa chiesa fino alla definitiva conclusione 1668. Pietro da Cortona trasformò come aveva promesso la cripta a sue spese, rendendola una delle cappelle più sontuose della città e divenendo l’architetto ufficiale del progetto. Questa chiesa avrà sempre un significato speciale per il maestro, perché nell’ambito della sua carriera d’architetto conserverà il primato di unico edificio interamente realizzato secondo le sue intenzioni. La facciata, a spiccato sviluppo verticale, è suddivisa in due livelli da una massiccia trabeazione che svolge anche la funzione di marcapiano. La curvatura in avanti della porzione centrale della facciata imprime un moto d’effetto, come una compressione mal trattenuta dai brevi corpi laterali che tentano di opporsi a quella convessità. Nel piano superiore della facciata un timpano ricurvo sormontato da due angeli, eseguiti da Giuseppe Giorgetti, con lo stemma di Urbano VIII realizzato nel 1671 da Antonio Cartone, due vasi a torce fiammanti completano ai lati il coronamento.