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Chiesa di Sant'Aniceto, interno

La cappella, costruita nel 1603, è un vero inno al barocco, se non fosse per i brutti pavimenti che son stati posati nel corso dei restauri degli anni ’30, e che hanno anche alzato il livello del calpestio, soffocando così la visione della volta affrescata dal Gimigniani e da Pietro da Cortona. Gli affreschi delle pareti, precedenti al soffitto, sono opera del Pomarancio, pittore emiliano che viene dalla bottega del Correggio, e che segna il confine tra il rinascimento e il barocco. Nelle pareti è rappresentata la storia del martirio di Sant’Aniceto, alternata alla passione di cristo e di altri Santi martirizzati, come S. Girolamo e san Bartolomeo. Il ciclo pittorico venne commissionato da Giovanni Angelo Altemps, ed è anche evidente il significato allegorico che il committente ha voluto darvi, riferibile in realtà alle vicende della famiglia Altemps. Nel presbiterio ci sono le storie di Maria, alcune delle quali dipinte ad olio sopra una esile lastra di ardesia applicata al muro. Anche gli angeli del soffitto nel presbiterio sono dipinti in parte con una tecnica mista che utilizza anche l’olio.